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Per aggiornamenti…

….visitate il Calendario Eventi!!

e in più:

Ladies and Gentlemen, let me introduce you MaxWine.net, the ultimate wineblog.

Pinot Noir, per amore

Dev’essere vero che se entri in un’enoteca e chiedi una bottiglia di Pinot Nero, l’enotecario ti guarderà con occhi pieni di ammirazione, come fossi Tex Willer che entra al saloon, e io da ex enotecaria mi riconosco perfettamente e mi vedo complimentarmi per la scelta, pure con un leggero tremolìo nella voce. Già, perchè se c’è un vitigno appassionante e meraviglioso, pieno di incognite ma anche di raffinate conferme, quello è il Pinot Nero, nelle sue più varie declinazioni. Ci si arriva per gradi ad apprezzarlo, e mai si può dire di conoscerlo davvero, un tipo tenebroso e affascinante, una donna mediorientale col velo profumato di spezie e occhi profondi.

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E’ ufficiale. Da oggi è in vendita online e in libreria il libro che raccoglie le vostre, le nostre migliori ricette. Formulato come un diario di cucina, suddiviso per stagioni e per argomenti, il libro dalla grafica accattivante e con qualcosa come 200 foto a colori, riunisce ricette tradizionali e innovative, per un anno di novità in cucin@. !!!

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Accorrete numerosi!!

 

VITIGNI NOBILI: 4 SERATE E VENTI(DUE) GRANDI VINI DA SCOPRIRE
tutti i martedì dal 29 novembre 2011 al 20 dicembre 2011 alle ore 21.00

Alla scoperta di quei grandi vini da Vitigni Nobili che tutti vorremmo bere una volta nella vita : 4 serate a cadenza settimanale, guidate da Max Wine, appassionato sommelier esperto di comunicazione e da Silvana, sommelier degustatrice ufficiale e blogger enogastronomica
Costo in abbonamento alle 4 serate: 100 € (serata singola 28 euro)
29-11 Il Pinot Noir
06-12 Il Sauvignon Blanc
13-12 Il Sangiovese
20-12 Lo Chardonnay
Info e prenotazioni presso : La Bottega del Vino di Frossasco 0121-35.23.98
info@bottegadelvinofrossasco.it

 

L’evento su Facebook

Non è che ci fosse tanto bisogno di un’altra torta di mele, in questo blog e nel web soprattutto, ma siccome questa volta è venuta una torta spettacolarmente buona, soffice e morbida, profumata e dolce il giusto, vale la pena non perdere la ricetta, ma annotarla per ripetere possibilmente l’esperienza. L’impasto è quello collaudatissimo che in genere uso per cake e muffin et similia, solo che questa volta ho utilizzato la farina zero anzichè la doppio zero, e soprattutto la meravigliosa ed inimitabile e mirabolante farina di grano tenero zero di Antico Molino Rosso, bio ovviamente, e credo proprio che la sofficità particolare la si debba solo a lei. Le mele fuji in questo periodo sono perfette, non farinose e non troppo ‘verdi’, hanno dato il giusto grado di umidità e fragranza.

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Mai provato con il miele?

Il tahin (crema di sesamo) è entrato prepotentemente nella mia vita e nelle mie abitudini alimentari. A dirla tutta sto sviluppando una certa dipendenza, e lo uso per condire qualsiasi tipo di verdura (insalata con tahin, finocchi crudi-salfiore-tahin, cavolo cappuccio a julienne-soia-limone-tahin, cime di rapa cotte-olio e tahin, ecc). Spalmato sul pane come snack da solo o nell’hummus è certamente un classico, ma mescolarlo col miele non mi sarebbe mai venuto in mente. Infatti è stata la commessa del mio negozio bio di fiducia, che detto per inciso è una chiacchierona esagerata, di quelle che evidentemente pensano che la chiacchiera a fiume serva ad intrattenere i clienti, e che io talvolta stento proprio a sopportare; fatto sta che la signora, un giorno come un altro facendomi il conto alla cassa, mi suggerisce gratuitamente di provare il tahin a colazione, spalmato sul pane e con un tocco di miele… Io lì per lì sono rimasta scettica e credo di aver fatto un sorrisetto di cortesia, lei ha aggiunto che sembra strano ma il connubio sesamo-miele funziona benissimo e che se uno sa di dover fare una colazione sostanziosa è proprio adatto. Mbè…devo dire che ha proprio ragione!! Continue Reading »

L’ortaggio ‘rivelazione’ di quest’estate, per la mia cucina è senz’altro la zucca trombetta di Albenga. Mio padre le coltiva nell’orto, ma mai come quest’anno… e ammetto che quando mi diede la prima qualche mese fa, dicendomi di farci la minestra, la cosa non mi sembrò affatto invitante. Poi leggendo quà e là e sperimentando un minimo, ho iniziato a cucinarla in vari modi e ad apprezzarla davvero appieno. Tutto questo in un’ampia rivisitazione delle materie prime in cucina, una sempre più ricca ‘conversione’ al biologico, ed una maggior attenzione verso il mondo vegetale.

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Amori vecchi e nuovi

immagini in questo post prese dalla rete

Iniziare a tenere questo corso di avvicinamento al vino affiancando l’amico e collega Massimo nell’impresa non semplice di fornire in otto lezioni degli strumenti di giudizio degustativo alla nostra piccola platea di appassionati in materia, è stata una vera scommessa. Massimo è un vulcano di idee, un fiume in piena che ti coinvolge in ogni incredibile impresa, e anche quando ho pensato che quel che aveva in mente fosse impossibile (tipo preparare e far assaggiare diciotto soluzioni diverse di acqua e macro sensazioni gustative e tattili, o servire in un’unica serata dieci grandi vini in un ipotetico giro d’Italia dalle Alpi all’Appennino centrale), lui ha brillantemente dimostrato il contrario con maestria e determinazione. Le settimane manco a dirlo sono filate via una dietro l’altra, ed è già ora di tirare le fila e fare dei bilanci. Ecco dunque una sorta di riassunto delle puntate precedenti, con impressioni degustative che toccheranno un po’ tutto il panorama di vini che abbiamo avuto il piacere di assaporare e conoscere, a mano a mano che le tematiche introduttive di allevamento della vite e di vinificazione, di tecnica della degustazione e analisi sensoriale, procedevano ben tratteggiate (evviva power point e i proiettori usb) e soprattutto gli sguardi dei nostri ‘allievi’ si trasformavano da timorosi e disorientati, a curiosi, affascinati e cosapevoli.

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Dalla foto forse non lo si evince con chiarezza, ma ho trovato al mercato dei pomodori Pachino davvero piccolissimi, ben più piccoli di una ‘ciliegina’, minuscoli e perfetti. Inesorabilmente li ho comprati per bellezza anche se non mi servivano, li ho anche quasi dimenticati nel cassetto della frutta e verdura in fondo al frigorifero, ma per fortuna li ho riesumati in tempo per guarnirci una bella focaccia rotonda di quelle che evocano la mia mancata vocazione per il panificio del borgo. Il lievito madre gode di buona salute, lo rinfresco più spesso di una volta (ogni 3 o 4 giorni) e solitamente ci faccio il pane. All’occorrenza questa è una variante stuzzicante, e non voglio tediare nessuno ma vedere le manine di mia figlia che sistemavano per benino i pomodorini nella focaccia mentre io mescolavo la salamoia è stato un altro di quei frangenti da amarcord.

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